I Lunedì della salute – 15 maggio 2017

Lunedì 15 maggio 2017 ore 16,30 – Aula ARISTOTELE

Menopausa e Andropausa.

Relatori: prof. Carlo Campagnoli, dott. Giorgio Del Noce

Verrà trattato il seguente tema:

“Sono disponibili trattamenti (terapie ormonali e altro) per eliminare i disturbi climaterici (vampate, etc.) e per contrastare i problemi che possono derivare dalla carenza di estrogeni, ad es. riguardo la mucosa vaginale o il tessuto osseo, con efficacia e sicurezza nei confronti dei rischi cardiovascolare e tumorale. Per la prevenzione importantissimo è lo stile di vita E’ raccomandata un’alimentazione sobria, autenticamente di tipo mediterraneo: pasta di grano duro, cereali integrali, verdure, pesce. E’ raccomandata soprattutto l’attività fisica: una camminata di buon passo di 30-40 minuti cinque volte alla settimana riduce il rischio di cancro della mammella e dell’endometrio e anche, nelle donne che ne siano già state affette, il rischio di recidiva. Questi benefici (cui è da aggiungere anche una rilevante riduzione del rischio di cancro del colon) si sommano a quelli ben noti che riguardano gli apparati muscolo-scheletrico e cardiovascolare, il sistema nervoso e il tono dell’ umore. L’ impegno e la fatica di una buona attività fisica sono largamente ripagati.”

L’Andrologo è colui che si occupa delle patologie dei genitali maschili, in particolar modo dell’infertilità e dei disturbi della sessualità. Alla domanda se esiste nell’uomo l’andropausa, la risposta è no. E’ altresì vero che la sessualità è influenzata dall’età. Ogni “stagione” della vita ha le sue caratteristiche che bisogna conoscere. Purtroppo vi sono troppi luoghi comuni e i mass media non aiutano. Oggi, infatti, la parola “vecchio” non è politicamente corretta e normalmente l’anziano viene rappresentato come un giovane che ha solo i capelli bianchi. E’ invece importante conoscere i vari aspetti della sessualità per apprezzarla tutta la vita.”

Un coro per l’afasia a Settimo Torinese!

2025-05-14T10:44:54+02:00ANGOLO CARE GIVER|

Un’app calcola il rischio di infarto e ictus

Un’app calcola il rischio di ictus e infarto e aiuta a prevenirli

Lo strumento ideato da World Stroke Organization e tradotto in diverse lingue

(DIRE-Notiziario settimanale Sanita’) Roma, 1 feb. – Calcolare e ridurre il rischio di ictus e infarto attraverso l’utilizzo di una semplice “app”. Lo strumento, ideato da World Stroke Organization, tradotto in diverse lingue, e’ ora disponibile nella versione italiana grazie al supporto di Alt- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari- Onlus (www.trombosi.org): e’ un vero e proprio “riskometro”, cioe’ uno strumento che misura il rischio di andare incontro alle due malattie vascolari piu’ probabili, piu’ gravi ma anche piu’ evitabili: infarto e ictus cerebrale. “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla diffusione del Riskometer rendendolo accessibile anche nella versione in italiano- sottolinea il presidente di Alt – Lidia Rota Vender- perche’ anche gli studi piu’ recenti confermano che in 80 persone su 100 l’ictus e’ non solo prevedibile ma soprattutto evitabile: la ‘app’ e’ scaricabile gratuitamente e aiuta a ‘mettere in fila’ i fattori di rischio individuali, modificabili e non. Fornisce le informazioni e la motivazione necessarie per modificare quelli legati soprattutto allo stile di vita”. L’app, disponibile sia per Apple che per Android, funziona in modo semplice e intuitivo: registra le abitudini dell’utente e monitorizza eventuali cambiamenti nelle abitudini e nello stato di salute nell’arco di dodici mesi. Non solo, ma insegna a riconoscere tempestivamente i sintomi dell’ictus che non devono essere sottovalutati quando si manifestano nelle persone che vivono accanto a noi: riconoscere i sintomi sospetti e chiamare il 118 in maniera appropriata senza perdere tempo puo’ salvare la vita di un padre o una madre.

Nella cura dell’ictus il tempo e’ cervello, agire rapidamente puo’ fare la differenza fra l’invalidita’ o il recupero della salute. L’ictus e’ causato da una squadra di complici, che noi dobbiamo conoscere e neutralizzare uno per uno, perchee’ si potenziano a vicenda per tendere la trappola di un evento cardio o cerebrovascolare. Fanno parte di questa squadra molti complici in qualche modo eliminabili o neutralizzabili, complici che ben conosciamo: fumo, alimentazione sbilanciata per quantita’ o qualita’, pigrizia, stress, diabete, pressione alta, livelli di colesterolo elevati per lungo tempo nel sangue e abuso di droghe.

L’app fornisce i consigli “salvavita”: e’ sufficiente cliccare sulle informazioni relative a ciascun fattore di rischio incluse nell’applicazione. La versione “Pro” dell’app contiene inoltre una serie di video nei quali esperti internazionali forniscono spiegazioni sui sintomi, sui fattori di rischio e sui provvedimenti necessari per evitare l’ictus cerebrale. Sono informazioni che ognuno d noi dovrebbe possedere, a usare in caso di bisogno, perche’ sapere “che fare in caso di..” puo’ cambiare la vita di molte persone intorno a noi. L’applicazione e’ stata sviluppata dal Prof. Valery Feigin dell’Universita’ di Auckland, in Nuova Zelanda, in collaborazione con Aut Enterprises e l’Associazione per l’Educazione allo Stroke della Nuova Zelanda; e’ patrocinata da: Wfn – Word Federation of Neurology, Iane – International Association of Neurology and Epidemiology, da European Stroke Organization (Eso): e’ stata tradotta nelle principali lingue in tutto il mondo. La versione italiana e’ stata curata e finanziata interamente da Alt, come spiega la dottoressa Paola Santalucia, neurologa, cardiologa e vice-presidente Alt: “I dati raccolti attraverso la app permetteranno a chi la utilizzera’, previo consenso, di partecipare a una ricerca mondiale che coinvolge 160 Paesi, finalizzata a comprendere sempre piu’ a fondo i fattori di rischio capaci di determinare un ictus o un infarto. Il progetto aiutera’ ricercatori e clinici a tracciare in modo molto accurato strategie di prevenzione e cura basandosi sull’esame di un grande numero di profili di rischio individuali, che, considerati nel loro insieme, avranno una ricaduta fondamentale sulla salute cardio e cerebrovascolare di tutti in Italia e nel mondo”.

(Red/ Dire)

2025-05-14T10:44:54+02:00ANGOLO CARE GIVER|

Uno spot per l’afasia

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Dal 1 al 30 ottobre

nelle principali sale cinematografiche

Eliseo, Romano, Nazionale, Centrale, F.lli Marx, Due Giardini, Classico, Greenwich, Ambrosio, Lux, Politeama (Ivrea), I Portici (Fossano), Il Mulino (Piossasco)  e sui monitor delle stazioni Metro.

Realizzato da Bruno Ugioli con le musiche gentilmente concesse da Max Casacci e Ala Bianca Group, Esther Ruggiero (la protagonista), seduta alla caffetteria di Palazzo Madama inganna il tempo facendo le Parole Incrociate. Le definizioni rispondono a parole significative che individuano l’Afasia. Esther si alza e l’inquadratura chiude sulla pagine dove non compare alcuna parola scritta.
La campagna, che quest’anno vede la collaborazione di A.L.I.Ce Piemonte e A.L.I.Ce Subalpina (che si occupano della Lotta all’Ictus tra le cause principali dell’insorgere della Afasia), vuole sensibilizzare sulle tematiche dell’Afasia e ricordare che fattore principale è la prevenzione.

Se volete vederlo in anteprima, cliccate sul titolo qui di seguito: Parole Crociate

2025-05-14T10:45:11+02:00ANGOLO CARE GIVER, le nostre attività|

ISEE ristretto

Agenzia Noodls del 15-04-2016

Isee: ristretto per tutti

L’Inps pubblica un documento in cui chiarisce che per tutti i servizi di natura sociale e sociosanitaria rivolti alle persone con disabilità deve essere applicato l’Isee ristretto. Fontana: “Ora Regione Lombardia modifichi il regolamento”.

Isee “ordinario” oppure “ristretto”? Quale di questi due strumenti deve essere applicato alle persone con disabilità per la compartecipazione alle spese socio-sanitarie? Alcune interpretazioni della normativa nazionale (Dpcm 159/2013)hanno creato situazioni che penalizzano le persone con disabilità.
Tra queste, oltre a quelle di numerosi Comuni, rientrano anche le linee guida emesse da Regione Lombardia nel marzo 2015, che, ad esempio, escludono alcuni servizi rivolti alle persone con disabilità (tra cui CSE e SFA) da quelli per cui è possibile richiedere l’applicazione dell’Isee ristretto per la compartecipazione alla spesa.

LEDHA – Lega per i diritti delle persone con disabilità attraverso il proprio Centro Antidiscriminazione, ha spesso ribadito la propria posizione nelle sedi istituzionali più opportune. Inoltre, lo scorso febbraio, LEDHA ha pubblicato un articolato parere legale sulla questione. Evidenziando come l’Isee ristretto (che ‘riduce’ il nucleo familiare del beneficiario cui fare riferimento per il calcolo dell’Isee solo al coniuge e ai figli) si debba applicare anche alle prestazioni sociali, laddove siano inserite in percorsi di natura socio-sanitaria.

Un chiarimento definitivo in merito alla questione è arrivato recentemente dall’Inps che sul suo sito ha pubblicato un documento dal titolo ‘Le risposte alle domande più frequenti rispetto al tema Isee’ e che raccoglie diversi quesiti posti da cittadini e associazioni sull’argomento. Tra questi, uno in particolare (V_27 del 26 gennaio 2016, che trovate a pagina 47) riguarda il campo di applicazione dell’Isee sociosanitario: ‘… quale ISEE richiedere per concedere prestazioni agevolate (integrazioni rette) in ordine alla frequenza di un C.S.E.?’

L’Istituto di previdenza risponde in questo modo:

‘Nella definizione di prestazione agevolate di natura sociosanitaria il DPCM 159/2015 fa rientrare anche il concetto di altri interventi rivolti alle persone con disabilità: in effetti tale definizione è così ampia da ricomprendere sia le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale che quelle sociali a rilevanza sanitaria, (…). In estrema sintesi si afferma che il Cse deve essere ricompreso tra i servizi per cui chiedere l’Isee sociosanitario purché la persona abbia ottenuto il riconoscimento formale del grado di disabilità non autosufficienza”.

“Conformemente a quanto già affermato dal nostro servizio legale, Inps ritiene che tutti i servizi, sia quelli di natura sociale, sia quelli di natura sociosanitaria rivolti alle persone con disabilità siano da ricomprendere nella nozione di prestazione agevolata di natura sociosanitaria. E quindi debba essere applicato l’Isee ristretto”, commenta Gaetano De Luca, avvocato del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi di LEDHA.

“Auspichiamo che, sulla base di quanto affermato dall’Inps in questa risposta, Regione Lombardia intervenga sulle linee guida pubblicate lo scorso marzo e le modifichi – conclude Alberto Fontana, presidente LEDHA – Applicando così un criterio che garantisca un’equa compartecipazione alle spese per le persone con disabilità”.

2025-05-14T10:45:11+02:00normativa|
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